23 febbraio 2007

Partenope ansima in sottofondo...

Perspectic lines weave the tyrannical canvas of petrified wills.
Eye sees it at glance and
recordes its expected redundances ,
its Euclidian rhythms,
its instantaneous spaces.
But, all at once, such an optical sclerosis reaches the asymptote:
the mechanical eyelid gets paralyzed,
leaving, for few seconds, the retina victim of the aggression
by an unrepeatable rip of the enormous, unfinished craft of Modernity. And then
everything changes.
Chromatic wefts flow out from the visual walls made up by those synecdoches
which the urban sensorial overload imposes to human perceptive capacity.
A breathless landscape confusedly pants in background.
magma creeps in a rhizome of drifts, from where it sheds light
turning figures in fuzzy forms…

…Line melts, along with the Myth of Progress.

Poor, little Partenope! Vainly you feign rotten cement and trinkets made of steel,
while stigmates of a disillusioned past and of a future of illusions
smear and give life to the present of those present.
Here as everywhere.
Dissimulating it is a simpering; singing it, a stunt; shouting it, a weapon;
photographing it is a rare pleasure.
The magic of Oz is but a slop. Who disclosed it?...a little girl.

Traduzione

Linee prospettiche tessono la tela tirannica di volontà pietrificate.
Lo sguardo le sorvola distratto e
Ne registra le scontate regolarità,
i ritmi geometrici,
gli spazi istantanei.
D’un tratto, la sclerosi ottica raggiunge l’asintoto:
la palpebra meccanica si paralizza,
lasciando per pochi secondi la retina vittima dell’aggressione di uno squarcio irripetibile
dell’enorme affresco incompiuto della modernità. E allora tutto cambia.
Le trame cromatiche fuoriescono dalle mura visive delle sinedocchi imposte alla capacità di
Sopravvivenza cognitiva umana dal sovraccarico sensoriale urbano.
Il paesaggio trafelato ansima confuso in sottofondo.
Il magma si insinua in molteplici cunicoli da cui irradia luce
Il cui bagliore approssima le figure in sagome…

…la linea si liquefa e con esso il mito del progresso.

Povera piccola Partenope!vanitosa ostenti acciaio marcio e bigiotteria in cemento,
mentre i segni di un passato illuso e di un futuro di illusioni imbrattano e danno vita al presente dei presenti;
qui come ovunque.
Dissimularlo è un vezzo,cantarlo una pantomima, urlarlo un arma, fotografarlo un piacere.
Il mago di Oz è un cialtrone.
A svelarlo…una bambina.
Gennaro


Questa rappresentazione nasce per una mostra a Londra e a Napoli che accompagna delle foto che trattano il tema della speleologia urbana, in questo caso nel contesto di Napoli ( Partenope ).

... ho cercato di trasmettere il senso di disarmo di impotenza di fronte a questo “…enorme affresco incompiuto di modernità ...”Un affresco in cui io ho preferito rappresentare la piccola Partenope, disperata o meglio straziata, che si immerge e lentamente scompare nel buio che la circonda … soffre ... eppure noi non riusciamo a sostenerla,l’abbandoniamo a se stessa o ancora peggio le diamo una mano a cadere.

La mia piccola terra consumata,usata,violentata.
Forse a chi è solo di passaggio non giunge il suo dolore,né le sue grida, ma per chi è di qui,anche se distante, avverte la sofferenza e ancora di più l’orribile sensazione di essere nulla di fronte a ciò.

Di fronte a questo scenario,un uomo,un ragazzo che tende la mano rassegnata, non c’è forza nel suo gesto,solo abbandono “..il paesaggio trafelato ansima confuso in sottofondo .Il magma si insinua in molteplici cunicoli da cui irradia luce il cui bagliore approssima le figure in sagome…”

la figura si scioglie colando in ciò che si può tradurre con un’unica parola:PASSIONE, nel suo significato originale e cioè sofferenza, dolore… passione che avvolge Napoli in ogni suo piccolo gesto e tra quel rosso, delle mani bianche, pure, innocenti,
scivolano nel disperato tentativo di risalire.
Fogli strappati e incollati tutti possono averli scritti e messi lì,
siccome tutti si sentono capaci di poter definire,esprimere raccontare o peggio ancora, giudicare la realtà di Napoli…anche chi non è di Napoli.

Quindi i testi in questo caso non sono stati presi come guida o meglio il loro principale scopo non è guidarci ... ma sono stati utilizzati per simboleggiare la voce della gente … gente che parla di ciò che non conosce.

Tomas!

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